Fatto in casa: Calzoni ripieni con pasta madre

Il calzone ripieno è una ricetta tipica della cucina napoletana o anche pugliese, ma ormai si trovano in tutto il globo.

Si possono fare al forno o fritti, sono entrambi gustosissimi, anche se ovviamente i primi sono più leggeri.

Siccome mi trovavo in frigo un sacco di affettati e di formaggio, ho detto… proviamo a farci un calzone….

E ne sono usciti 16, inutile dirvi che mi sono venuti FENOMENALI! Io, ovviamente, ho scelto la versione fritta….

Ingredienti impasto:

  • 250 gr di Manitoba;
  • 150 gr Farina di grano duro;
  • 125 gr di Pasta Madre anche non rinfrescata;
  • 150 ml acqua tiepida;
  • 60 ml latte;
  • 1/2 cucchiaino di miele;
  • olio evo Q.B.

INGREDIENTI RICONVERTITI PER LIEVITO DI BIRRA:
LDB FRESCO gr. 8
Farina gr. 484 tot / Liquidi gr. 251 tot

Calzoni ripieni ingredienti

Calzoni ripieni ingredienti

Ingredienti Ripieno:

Io ho fatto un mix di prosciutto crudo, prosciutto cotto, mortadella e provolone piccante, tutto sminuzzato e amalgamato insieme, ma è un piatto che si presta molto alla propria fantasia.

Potete usare ricotta e pomodoro, ricotta e salame, mozzarella e funghi, tutto quel che volete!

Calzoni ripieni ingredienti

Calzoni ripieni ingredienti

Procedimento:

  • Miscelate, con la planetaria e la frusta a gancio, la pasta madre, l’acqua e il miele;
  • Aggiungete, sempre a planetaria attiva, le farine, il latte e il sale;
  • Infine l’olio q.b. fino a che l’impasto non avrà raggiunto l’incordatura desiderata;
  • Formate una palla e lasciate a riposo per 30 minuti coperto da un canovaccio.
Calzoni ripieni ingredienti

Calzoni ripieni

  • Trascorso il tempo, dividete l’impasto in 8 palline più piccole, di circa 90-100 gr l’una e rimettete a riposo per altri 30 minuti sempre coperti da un canovaccio;
Calzoni ripieni ingredienti

Calzoni ripieni

  • A questo punto non ci resta che stendere la pasta con le dita, dando una forma todna ma lasciando l’impasto spesso e non uniforme, quindi riempite con un cucchiaio di ripieno e chiudete a mezzaluna;
Calzoni ripieni

Calzoni ripieni

  • Fate scaldare l’olio per frittura e cuocete fino a doratura (pochi minuti);
Calzoni ripieni ingredienti

Calzoni ripieni ingredienti

  • Impiattate e gustate ancora caldi 🙂
Calzoni ripieni

Calzoni ripieni

Calzoni ripieni

Calzoni ripieni

Pubblicità

Secondi Piatti Vegan: Melanzane Ripiene

Melanzane Ripiene

Secondi Piatti: Melanzane Ripiene

Sta per arrivare l’estate e con essa anche le verdure più saporite. Le melanzane si trovano tutto l’anno, ormai, ma quelle più saporite cominciano ad uscire con il calore estivo, quindi da giugno a settembre.

Non sono ancora nel loro massimo splendore, infatti, ma la voglia di farle era tanta e non ho saputo resistere 🙂

La prima intenzione erano le melanzane ripiene della nonna, con pangrattato, aglio e prezzemolo, ma ho voluto sperimentare una nuova idea, nata per caso e devo dire che ne è valsa la pena!!

Ingredienti:

  • 3 melanzane;
  • passata di pomodoro;
  • olive verdi denocciolate sott’olio;
  • 2 spicchi di aglio fresco;
  • mollica di pane raffermo;
  • parmigiano reggiano;
  • 4 sottilette;
  • olio e sale qb.

Preparazione:

  • Pulire le melanzane, tagliarne due a metà e svuotarle al centro, formando una barchetta; la terza va invece pelata e tagliata a cubetti insieme agli avanzi delle altre due.
  • Mettere a bollire per 2-3 minuti le barchette, contemporaneamente far rosolare l’aglio fresco con olio EVO, quindi aggiungervi i quadrucci di melanzana con le olive stagliuzzate in piccoli pezzetti, salarli e lasciarli ammorbidire.
  • Le barchette andranno poi sistemate nella leccarda del forno, mentre i cubetti ormai ammorbiditi andranno tolti dal fuoco e fatti amalgamare con passata di pomodoro, parmigiano grattugiato e la mollica del pane spezzettata.
  • Il composto andrà a riempire quindi le barchette, che dovranno quasi straripare 🙂
  • Andrà quindi aggiunto uno strato di passata di pomodoro, le sottilette e di nuovo il parmigiano.
  • Infornati per circa 30 minuti a 180°C, poi altri 5 minuti di grill per la “doratura”.

Ottimi come secondo piatto “leggero”, o anche come piatto unico accompagnato da un’insalatina mista. Strabilianti!

Happy St. Patrick’s Day!

Happy St. Patrick's Day

Happy St. Patrick’s Day

Ho vissuto un anno in Irlanda.
Da quando l’ho lasciata, ormai 7 anni fa, la mia mente non fa altro che tornarci.
In Irlanda ho lasciato un pezzo di cuore, saranno i verdi prati infiniti, di un verde che non ho mai visto in nessun altro posto; sará la Guinness dai mille sapori o la anche più popolare Smithwick’s che nei veri pub irlandesi va via che è una meraviglia; sarà la cordialitá, la simpatia, l’allegria o la resistenza all’alcohol del popolo.
Sará la musica, che accompagna ogni bevuta al pub, oppure le danze irlandesi, che accompagnano ogni concerto improvvisato anche nel più sperduto pub di paese.
Sarà che ho avuto l’esperienza lavorativa ad oggi più bella ed appagante della mia vita, nonostante fossi una semplice “sandwich artist” (ero registrata così all’ufficio del lavoro).
Non lo so cosa sia stato a catturarmi così tanto dell’Irlanda, eppure non passa giorno che non sogni di tornarci.
Quando vedo la mia Galway, ho un sussulto al cuore, quando parlo dell’isola di smeraldo ho i brividi, gli occhi che si fanno lucidi e un sorriso ebete stampato sul volto!
Anche ora, se poteste vedermi, riconoscereste i sintomi della mia malattia irish!

Per il fantastico passato coi druidi, per la piacevole venuta di San Patrizio, per il Samhain e per i vichinghi, non sono io la giusta interlocutrice. Ma vi consiglio fortemente la lettura di due capolavori, scritti da Edward Rutherfurd: “i Principi d’Irlanda” e “i Ribelli d’Irlanda”, un romanzo storico molto preciso e ben scritto, diviso appunto in due volumi, in cui potrete scoprire le tappe storiche di un Isola magica come l’Irlanda.
Se siete, invece, più curiosi del solo periodo di ascesa del Cristianesimo attraverso le avventure di San Patrizio, vi consiglio di armarvi di pazienza e cercare il meno recente “Il Cavaliere Irlandese” di Osborne Mcknight Juilene.

Ho visitato, ahimé, solo la Repubblica d’Irlanda, ma in ogni posto visitato qualcosa mi ha rapito e colpito ed ha pian piano scavato un solco nel cuore.

Dublino mi ha colpito per la freneticità tipica di una città raccolta in uno spazio relativamente piccolo ma ben organizzato. Mi è rimasto impresso l’accento chiuso (che viene preso in giro anche dal resto del popolo), i semafori per i non vedenti quando a Roma non avevamo ancora neanche quelli per i vedenti, mi è rimasto impresso il mio primo appuntamento con il Dunne’s Store e il Pennys, dei veri e propri mega-magazzini in cui trovare abbigliamento, cibo e articoli per la casa a prezzi decisamente ottimi per la qualità ottenuta (basti pensare che nel Natale del 2006 ho comprato un trench a 20€ che ha esalato l’ultimo respiro quest’inverno, mentre il giubbino nero a 10€ è ancora nel cassetto).

Cork mi è piaciuta per il gigante mercato al chiuso, per essere ancora così inglese nell’aspetto, nonostante non lo sia più da qualche anetto ormai. Mi è piaciuta per l’aria da città che emana in un Paese in cui la città più grande rimane comunque circoscritta a pochi km2 e a qualche migliaio di abitanti.

Kilkenny mi ha lasciato nel cuore l’aspetto medievale e colorato al tempo stesso, per la buona birra a cui ha dato il nome, per il popolo sorridente nonostante mi fosse stato detto diversamente da alcuni amici galwaygiani!

Kinvara, dove ho preso il sole su uno scoglio nell’oceano, dopo una mangiata sensazionale di Salmone Irlandese al pub di fronte alla “spiaggia”!

E poi, ultima ma non ultima, la mia amata Galway, con la Salthill promenade sulla baia, con i suoi musicisti sempre attivi in Shop Street, con il wifi gratuito in Eire Square, con la simpatica vecchina che preparava maglioni di lana in mezzo alla strada, con il negozio che ha inventato il famoso e adorabile Claddagh Ring, che a seconda di come viene indossato specifica se si è aperti o meno a nuove relazioni.
Nella mia Galway c’è la passeggiata lungo il Corrib, dove i pescatori cercano Salmoni da portare a casa. Nella mia Galway c’è il Galway Arts Festival, ma anche quando non c’è, l’arte non manca di esprimersi.
A Galway si respira aria di gioia, di pace.
A Galway ci sono gli irlandesi più simpatici d’Irlanda.
Da Galway si raggiungono i posti più incantevoli della Repubblica, il Dolmen tra i prati, il Burren, le Cliffs of Moher ma anche le Aran Islands. Una menzione speciale alle meravigliose distese verdi del Connemara
A Galway c’è tutto un mondo da scoprire.

Ma in Irlanda non c’è “solo” questo.
C’è anche una cultura culinaria, anche se sembra strano dirlo, interessante, che spazia dal popolare Fish and Chips, al più elegante e raffinato Irish Fish Chowder, per tornare al quotidiano Baked Potato (non per nulla gli irlandesi vengono “simpaticamente” definiti Potato Eater, ossia mangiapatate!) e risalire la scala della classe con una porzione di Irish Roasted Salmon e una fetta di Brown Bread.
Ma c’è anche l’ereditato Muffin e il fastastico Scone, il primo per colazione, il secondo per il thè delle 5. Ma dopo cena? Per il dopo cena una fetta di Cheescake, una goccia di Irish Coffee e per finire uno shot di Connemara Whiskey (mi raccomando, whiskey e non whisky, non confondiamo la cultura dell’Irlanda con quella scozzese o canadese, si risentono un po’!!!)

Ho provato almeno una volta ciascuno le ricette sopra nominate, troppi anni fa per averne tenuta memoria e foto, ma è mia intenzione quella di cimentarmi di nuovo e farvi conoscere anche questo lato d’Irlanda poco conosciuto.

Scusate per essermi dilungata troppo, spero di non avervi tediato ma, anzi, ispirato le vostre prossime vacanze 🙂

Ps: qualora vi venisse voglia di andare in Irlanda, non dimenticate che tradizione vuole che si onori il Paese e il popolo con una pinta di Guinness appena messo piede sul suolo e una pinta prima di andar via!

Vi lascio anche qualche canzone tipica da imparare, spesso basta cominciare a fischiettarle in un pub per farsi nuovi amici 🙂

Tiddly Beer

Oro Se do Bheatha Bhaile

Some say the Devil is Dead

Green and Red of Mayo

Piatti Unici: Uova strapazzate con Piselli

Ecco un’altra ricetta provata nella mia magra solitudine!

L’ho rifatta anche con mio marito presente, che però non era del tutto convinto del risultato. Io ci vado matta, è un piatto veloce, semplice, appetitoso e gustoso. Ma si sa, i gusti e i colori non si discutono!

Ingredienti:

  • 4 uova di media grandezza (io ho usato 2 uova di papera fresche);
  • 100 gr di pisellini;
  • Passata di pomodoro;
  • 1 cipolla non troppo grande;
  • Olio;
  • Sale;
  • Pepe.

Preparazione:

– Far soffriggere la cipolla tagliata finemente in un filo di olio evo;

– Aggiungere i piselli e lasciar cuocere per qualche minuto, quindi colorare con la passata di pomodoro;

– A fuoco alto, rompere le uova in padella, cominciando a spezzettarle e creare un tutt’uno con il condimento quindi salare;

– Quando le uova saranno cotte (un quarto d’ora circa), spruzzare di pepe e servire caldo.

Uova con piselli

Uova con piselli

Pasta fatta a mano: Tigelle

Il pranzo di oggi è stato tutto merito di mio marito adorato. Lui in cucina fa poche cose, ma quelle poche le fa coi fiocchi!

Io, per una volta, sono stata la reporter di quest’avventura. Ho fatto le foto e ora mi diletto a mostrarvele.

Io adoro le Tigelle, tipica invenzione crescentina modenese. Ricordi di un passato che fu, ora le tigelle più buone le fa mio marito, anche senza l’aiuto della tigelliera, il cui unico scopo è quello di renderle tutte omogenee nella cottura e nello spessore.

Non avendo questo prezioso strumento, io le cuocio in padella antiaderente. Vengono comunque eccezionali, anzi quel che mi piace, è proprio la rusticità che forse con la cottura in tigelliera forse non si ha. Comunque, bando alle ciance, godetevi questa esilarante ricettina con tanto di immagini della preparazione 🙂 e buon PAPPEtito!

Ingredienti (per 14/16 tigelle di circa 9 cm Ø):

  • Farina 360gr;
  • Lievito di birra 20gr;
  • Latte 150ml;
  • Olio 4-5 cucchiai;
  • Sale q.b.;

Immagine

Preparazione:

  • Intiepidire una parte di latte e sciogliervi il lievito di birra (fare attenzione che il latte non sia troppo caldo o freddo di frigorifero onde evitare che il lievito perda le sue qualità e non si attivi);
  • Nella parte di latte rimanente, sciogliervi invece un pizzico di sale (un cucchiaino circa dovrebbe andare bene);
  • Impastare (se possibile nel robot da cucina, altrimenti con molta forza e pazienza a mano) la farina e il latte con il lievito;
  • Solo una volta amalgamati, aggiungervi anche il restante sale e qualche cucchiaio di olio (ad occhi ne ho contati circa 4)Immagine;
  • Impastare fino ad ottenere una palla abbastanza omogenea, coprire con un panno e far riposare per circa un’ora possibilmente nel forno spento                                                                             Immagine;
  • A questo punto, avrà quasi raddoppiato il suo volume, come mostrato Immagine
  • Stendere la pasta ottenuta su una spianatoia ad un’altezza di circa 0.5cm /1cm, quindi con un coppapasta o con la parte alta del bicchiere, ricavare dei cerchi di circa 9cmØ                                     Immagine
  • Cuocere le tigelle in un filo di olio su padella antiaderente, in modo che si gonfino e che diventino croccanti al punto giustoImmagine
  • Aprirle e gustarle con ciò che si preferisce. Il prodotto più tipico con cui riempirle è la crema di lardo insaporita con spezie, ma anche prosciutto crudo, salame piccante e non, lonza, mortadella e perché no! nutella e miele! Io le preferisco con la crema di lardo e con prosciutto crudo, mozzarella e olive, ma la fantasia in cucina non deve mancare, quindi lascio decidere a voi ammirando la carrellata che abbiamo scelto io e mio marito.
  • Salame, prosciutto, crema di lardo

    Salame, prosciutto, crema di lardo

    Salame, prosciutto, crema di lardo

    Salame, prosciutto, crema di lardo

    Salame, prosciutto, crema di lardo

    Salame, prosciutto, crema di lardo

    Tigella con prosciutto crudo

    Tigella con prosciutto crudo

E con questo vi saluto e vi auguro buon PAPPETITO! 🙂

Devo avere il fegato…

…mio marito mi ha fatto una richiesta. Quando mio marito fa “le richieste” devi preoccuparti, perché significa che stai per mettere sue qualche kg.

Marito: “Amore c’è ancora la pancetta?”

Lo sapevo…

Moglie: “Si amore, con cosa desideri uccidermi stasera?”

Marito: “Ma niente…”

Qui arriva il finto silenzio. Quei 3 nanosecondi di silenzio in cui, se non replichi con un “dai amore, sputa il rospo”, il rospo te lo sputa comunque.

Rosp..ehm Marito: “Avevo pensato (no amore, non pensare…) che si potrebbe andare dal ‘Butchellaio’ a farsi fare 4 hamburger…(ha pensato, troppo tardi)”

Moglie: “Ho capito, stasera ti devo preparare il paninozzo alla McDonald’s con il bacon scricchioso e le tue adorate salsine, vero cucciolo?”

Marito: “Beh si, è per mangiare un po’ di carne rossa!”

Il bello, è che mio marito crede davvero a quel che dice. La carne rossa. Hamburger strapieni di bacon e salsette… Fa bene in effetti un po’ di carne rossa 🙂

Ma siccome la moglie in questione non sa resistere alle porcherie… Ci aggiungo un po’ di patatine fritte e la Pepsi! Le cose o si fanno pesanti o non si fanno proprio!!!

…e speriamo che il fegato regga!

20140209-102239.jpg

Piatti unici: Pytt y panna (cucina scandinava)

Salve ragazzi!
Dopo aver organizzato il mio matrimonio, aver effettuato un trasloco lampo in 15 giorni, aver passato le vacanze di Natale a lavorare senza sosta e aver scoperto di aspettare un bimbo, finalmente riesco a ritagliarmi un minuto per inserire nel mio blog-ricettario una ricetta scoperta nella splendida Stoccolma, in Svezia, durante il mio freddo viaggio di nozze!
Il Pytt y panna è un piatto a base di patate e carne. Lo considero un piatto unico, in quanto ricco di carboidrati, proteine e pure un po’ di grassi!
Il piatto è stato assaggiato per la prima volta nel mercato coperto di Stoccolma, il tipico posto dove non andresti mai a mangiare se non ti accorgessi che all’ora di pranzo è pieno zeppo di Svedesi tra chi fa la fila al banco e chi invece si ferma per uno spuntino!
Noi abbiamo fatto anche amicizia con la simpatica cameriera e con un trio di simpatiche spagnole pazze quanto me e mio marito!
Tornati a casa mi sono dedicata alla ricerca della ricetta, trovata su un sito dedicato alla cucina scandinava, da lì l’ho tradotto ed ho apportato piccole modifiche principalmente quantitative!
Il bello di questo piatto è che si puó usare come piatto degli avanzi della sera prima e il risultato, anche se ci vuole un po’ di pazienza, è assicurato.

Ingredienti:

  • 4 Patate;
  • 1 Cipolla Tropea;
  • 4 Fette tagliate spesse di Pancetta;
  • Qualsiasi rimasuglio di carne (manzo, maiale, agnello). (Io avevo l’arista di maiale);
  • 2 cucchiai di burro;
  • Pepe q.b.
  • 2 uova fresche;

Preparazione:

-Tagliare tutti gli ingredienti a quadrucci piuttosto piccoli.
N.B.:le patate vanno lavate e asciugate in uno strofinaccio perchè non devono rilasciare acqua in cottura.

-Prendere una padella piuttosto grande (io ho usato il Wok) e far rosolare la Pancetta fino a che non diventa scrocchiarella e rilascia un po’ di grasso.

-Aggiungerci quindi le patate a cubetti, lasciarle cuocere anche loro a fuoco alto per una ventina di minuti, o comunque fin quando i cubetti non saranno croccanti fuori e morbidi dentro;

-A questo punto svuotate la padella e fateci sciogliere il burro col quale andrete ad ammorbidire la cipolla. Aggiungete perció la carne e fatela cuocere/scaldare per qualche minuto.

-Abbassare il fuoco e riaggiungervi le patate e la pancetta, aggiungete una spruzzata di pepe nero e lasciate scaldare il tutto.

N.B. Il prossimo passaggio puó essere fatto in due modi, a seconda se preferiate l’uovo ben cotto o “a crudo”.

Metodo 1 uovo cotto:

-Cuocere le uova all’occhio di bue in una padella a parte, quando l’uovo sará ben cotto trasferirlo nel pentolone e concludere la cottura.

Metodo 2 uova semicrude:
-Rompere le uova direttamente nel pentolone e lasciar cuocere per qualche istante, quindi portare a tavola.

Il risultato sarà simile a questo:

20140115-211627.jpg

Pasta fatta a mano: Pizza!

Noi italiani non viviamo senza pasta e senza pizza, ormai siamo conosciuti a livello mondiale per questo.

E devo dire che mio marito è diventato il mio pizzaiolo preferito, quando prepara la pizza in casa, io ingrasso di 10 kg… non si riesce a dir di no alle sue opere d’arte.

Volete sapere come fa? Ve lo sveliamo proprio oggi!

Ingredienti per impasto (3 o 4 teglie da forno – 7 o 8 pizze tonde circa):

  • Farina 1 kg;
  • Lievito 25 gr;
  • Olio 6 cucchiai;
  • Acqua 600 ml;
  • Zucchero 2 cucchiaini rasi;
  • Sale 15-20 gr;

Preparazione:

Mescolate tutti gli ingredienti e sbriciolatevi il lievito. Lavorate la pasta fino ad ottenere un composto liscio ed elastico. Non abbiate fretta, lavoratela fino ad ottenere il risultato voluto.

Coprite la pasta con una  pellicola trasparente o con un panno e mettetela a riposare 1h e mezza in un luogo riparato e buio (ad esempio il forno di casa).

Successivamente rilavorate la pasta e dividetela in “pagnotte” tante quante pizze volete infornare, quindi ricoprite e lasciate a riposo per un’altra ora.

Togliete dal forno le pizze e preriscaldatelo alla temperatura massima di 250°C.

La pizza va stesa e lavorata in forma tonda o quadrata a seconda della vostra preferenza, la teglia va prima oliata.

Quando il forno è pronto la pizza va ricoperta di salsa di pomodoro e olio se la pizza è a base rossa, o solo olio se è a base bianca e infornata per 10 minuti, quindi condite a vostro piacere e rinfornate per altri 3-4 minuti.

La nostra pizza capricciosa è venuta così:

Pizza Capricciosa fatta in casa

Pizza Capricciosa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il condimento per la pizza in foto è:

  • 2 Fette di Prosciutto Crudo;
  • 1 Uovo Sodo;
  • Olive Toscane;
  • Funghi Trifolati;
  • Mozzarella per Pizza Santa Lucia;
  • Carciofini sott’olio (a gusto personale, io non ce li metto perché mio marito non li ama molto);

E quanto è buona!!!!! SLURP

E buon Appetito!

Piatti Unici: Ramen Giapponese

Dopo tanti anni finalmente mi cimento di nuovo in uno dei pochi piatti Giapponesi che mi piace da impazzire (non sono un’amante del sushi, sono una ragazza controcorrente io): il Ramen.

Essendo ricco di ingredienti, è considerato un piatto unico.

Tempo fa ho sentito dire che la sua notorietà, in Giappone, deriva dal prezzo estremamente contenuto in relazione alla quantità per porzione, il che lo rende il piatto migliore per il lavoratore medio che ha pochi soldi per la pausa pranzo ma non vuole rinunciare a un piatto ricco e caldo.

Non posso confermare la veridicità della storia, ma posso confermare che, in quanto a “pesantezza” non si batte!

Io l’ho visto preparato in diverse versioni, chi lo fa acquoso, chi lo fa più denso. Io, per questa volta, ho scelto la seconda versione (ammetto che è stata anche un po’ colpa della fame)! Quindi, che i preparativi abbiano inizio!

Ingredienti (per 2 porzioni abbondanti):

Brodo:

  • 1/2 gallina;
  • 1 patata;
  • 1 carota;
  • 1 cipolla;
  • 1 pezzetto di zenzero fresco sbucciato;
  • 700 ml di acqua;
  • 1 dado classico o 2 misurini di brodo granulare;
  • 1 bicchiere NON colmo di pomodoro passato o a cubetti;
  • 3 cucchiai di salsa di soia;
  • 2 cucchiai di olio.

Ramen:

  • 150 gr di noodles o fettuccine fine all’uovo;
  • 4 fettine di lonza tagliate a striscioline;
  • 3 cubetti di spinaci congelati;
  • 1/2 confezione di mais;
  • 1/2 confezione di germogli di soia;
  • mezzo bicchierino da caffè di salsa di soia;
  • 2 cucchiai di olio;
  • 1/2 cucchiaino di zucchero;
  • 2 cucchiai di ketchup;
  • sale.

Preparazione:

  1. Comincerei con il brodo, mettendo tutti gli ingredienti in una padella abbastanza grande e facendo cuocere il tutto per almeno un’ora a fuoco basso. Una volta cotto e raffreddato, passare il brodo eliminando grasso, verdure e gallina.
  2. Mettere a cuocere anche l’uovo in un pentolino alto e stretto riempito d’acqua. Immergervi l’uovo e portare ad ebollizione per circa 8 minuti. Lasciar freddare e sbucciare, quindi tagliare a metà o in 4 parti. Mettere sul piatto.
  3. Cuocere gli spinaci, scolarli e creare delle piccole palline quindi posizionare anche loro sul piatto.
  4. Cuocere nel wok, con un filo d’olio, la lonza precedentemente tagliata in striscioline, aggiungere sale, quindi salsa di soia, ketchup e zucchero. Mettere sul piatto insieme a germogli di soia e mais.
  5. Portare ad ebollizione il brodo, quindi cuocervi i noodles per circa 5 minuti.

Il piatto si presenterà più o meno così (spero anche meglio):

Ramen

Ramen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramen pronto